di Claudio Loria

10 Mesi: questo è il tempo trascorso da quando la Todde ricopre la carica di Presidente della Regione Sardegna.

10 Mesi nei quali ha portato a livelli accademici il gioco delle tre carte: sembra che il trucco non ci sia, ma alla fine perde sempre il Popolo Sardo!

10 Mesi durante i quali sono state raccolte oltre 210.000 firme per una proposta di legge di iniziativa popolare, per proteggere il territorio Sardo, e oltre 25.000 per un referendum consultivo contro la speculazione energetica, ma la nostra ineffabile presidente ha fatto spallucce, si è girata dall’altra parte e ha continuato imperterrita nella sua strada verso la distruzione dell’Isola.

Perché lei, con i partiti della sua giunta, è docente universitaria del gioco delle tre carte e quindi sa benissimo da sola cosa deve fare, per fare finta di lottare.

Per prima cosa, faccio una bella moratoria inutile, che il governo di Roma non prende neanche in considerazione, così posso raccontare a tutti di aver preso tempo!

Poi costringo i sindaci sardi a indicare, nel giro di una settimana, quali zone dei loro Comuni sono idonee, così faccio finta di coinvolgere le varie comunità.

Poi spiattello una bella Legge sulle aree idonee che non serve a nulla, perché i decreti del drago malefico dicono chiaramente che le aree indicate come non idonee, possono essere considerate idonee! Come sa benissimo la nostra ineffabile presidente, che del governo draghiano era viceministro dell’economia (Governo draghiano, guarda caso sostenuto dagli stessi partiti che sostengono questa giunta. E con la finta opposizione di chi siede oggi al governo centrale!)

E infatti anche la L. n. 20 del 5 dicembre 2024 viene cassata da Roma, con alcune motivazioni pretestuose, ma non è questo il punto.

Il punto focale è uno e uno soltanto: facciamo finta di battibeccare, giunta e governo, partiti di maggioranza e opposizione da una parte (Cagliari) e di opposizione e maggioranza dall’altra (Roma), che tanto la strada è comunque tracciata.

L’UE ci ha detto che dobbiamo transitare energeticamente per decarbonizzare e contrastare il cambiamento climatico (a suon di incentivi, distruzione di interi comparti produttivi e disoccupazione), devastando il paesaggio della Sardegna, per poter avere i fondi del PNRR.

Come nel gioco delle tre carte, la mano è più veloce dell’occhio…: la UE e i suoi sgherri vincono, il Popolo Sardo e la Sardegna pèrdono.

E allora perché non discutere la Pratobello, data la competenza primaria sull’urbanistica, garantita dal nostro Statuto Regionale?

Perché non permettere ai sardi di votare al Referendum contro la speculazione energetica?

La voce dei Sardi potrebbe farsi sentire fino a Roma, addirittura fino a Bruxelles votando compattamente NO! e lei, presidente Todde avrebbe una forza popolare alle sue spalle e potrebbe porre fine allo scempio della nostra regione.

Ma è proprio questo che lei e la sua giunta non volete, ormai abbiamo capito che il gioco delle tre carte è truccato! Vince sempre il banco!

Lei dice di voler salvare la Sardegna a parole, ma i fatti dimostrano l’esatto contrario.

Lei è esponente del partito che gridava onestahhh!!!, dell’1 vale 1, della democrazia diretta, eppure è stata dichiarata decaduta dalla commissione elettorale, ma non se ne cura affatto.

Lei è quella che nel 2024 dichiarava in un video: “mi sono pagata gran parte della campagna elettorale” e, in un altro video dei giorni scorsi, afferma con arrogante sicumera “personalmente non ho sostenuto nessuna spesa”.

A lei e alla sua giunta della democrazia non importa nulla, della volontà popolare non importa nulla.

Ormai la parola democrazia è svuotata del suo contenuto, svuotata di ogni principio fondante; è solo una parola dietro la quale lei e chi fa la politica come la intende lei, utilizza a fini propagandistici.

Volete installare pale eoliche e occupare migliaia di ettari di territorio Sardo con il fotovoltaico, per produrre una quantità di energia che non serve ai Sardi e alla Sardegna e che non potrà neanche essere esportata.

Nemmeno se doveste riuscire a realizzare quell’altro obbrobrio del Tirrenyan Link.

Ma l’importante è assecondare i diktat europei, col gioco di sponda del governo di Roma, per movimentare i miliardi di euro del PNRR, che ovviamente toccherà al popolo restituire.

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