di Annibale Serra e Romolo Vilx in rappresentanza di DSP Olbia

Ciao mamma, sono io

Queste furono le ultime parole, ancora riecheggianti negli italiani, che uscirono dalla bocca di Paolo Borsellino, trucidato dalla mafia insieme ai suoi angeli del servizio scorte. Iene e sciacalli pensavano di aver vinto, di aver messo gli italiani in ginocchio, ma si sbagliavano.

Quella strage, come quella del giudice Falcone, risvegliò le coscienze delle persone libere, assetate di giustizia. I giovani di quegli anni capirono che non si doveva tenere la testa sotto la sabbia e non si poteva più accettare una vita fatta di torti, angherie, corruzione e “mafiosità quotidiane”.

Proteste, presidii, cortei, manifestazioni e concerti in ricordo delle vittime per mafia lanciarono un ultimatum alla malavita, ad ogni forma di corruzione e d’ingiustizia.

A distanza di oltre trent’anni, le nuove generazioni poco conoscono e poco comprendono ciò che hanno rappresentato eroi come Borsellino e Falcone. Basti solo dire che il loro estremo sacrificio ha dato vita, in quei momenti, ad una Primavera di Libertà, ad una reale speranza in cammino verso una società più corretta e giusta.

Ma se menefreghismo, personalismi e avidità di potere sembrano, oggi, aver preso il sopravvento, noi siamo convinti che c’è sempre una speranza. Quella speranza che traspare proprio dai volti delle giovani generazioni assieme alla voglia di giustizia, comunità, democrazia, sovranità, partecipazione e libertà che risiedono nel cuore di ogni italiano.

Proprio per questo, in occasione del 32° anniversario della strage che si consumò in Via D’Amelio, a Palermo, Democrazia Sovrana e Popolare commemora ad Olbia, con un evento intitolato Piovono fiori su Paolo Borsellino e sugli Angeli della sua scorta, presso la stele dedicata a Emanuela Loi, il sacrificio che costò la vita al giudice Paolo Borsellino e a cinque agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Claudio Traina e Vincenzo Fabio Li Muli. Tutti periti in un attentato mafioso che ha scritto una delle pagine più dolorose della storia italiana.

Dunque, il 19 luglio 2024, alle ore 19:00, in piazza Elena di Gallura, le donne e gli uomini liberi della Gallura e i militanti di DSP, ricordano tutte le vittime della mafia di quella tragica giornata, in attesa di una nuova “Alba di Libertà”, perché morire non vuol dire perdere. Ricordare non è solo un gesto sentimentale, piuttosto ha lo scopo di far rimanere in vita e tramandare gli ideali di onestà, giustizia e libertà.

 

 

 

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