di Alessio Canu

C’è un elefante nella stanza in Sardegna, solo che in molti fanno finta di non vederlo. È quell’elefante che permette dal 2013 di governare la nostra Isola con il misero 20% dei voti dell’intero corpo elettorale sardo. Di fatto trasformando la nostra democrazia a suffragio universale in un’oligarchia a “voto dal peso ponderato”. Cosa significa?

Significa che per via della nostra legge elettorale, se il partito/coalizione che voti ricade sotto rispettivamente il 5 e 10% dei voti, quel voto viene cancellato, magnificando invece i voti degli altri schieramenti. Significa che si può ottenere una maggioranza del 55% dei seggi consiliari se arrivi primo con appena il 25% dei voti (minoranza della minoranza).

Questo modus operandi permette a schieramenti per nulla maggioritari di decidere sul futuro di 1600000 Sardi, potendo arrogarsi il diritto di fare tutto ciò che desiderano, anche ignorare leggi di iniziativa popolare come la Pratobello 24. Permette, altresì, ai cattivi professionisti della politica che subiamo da 15-20 anni di dettare legge senza produrre alcunché per la cittadinanza, con calo delle leggi approvate ed esplosioni di emergenze multiple in Sardegna.

La risposta della politica isolana manca ed è ora di cambiare questo strumento di sopraffazione, con il quale si distruggono la democrazia, il principio di rappresentanza di tutti i gruppi e di tutte le fasce della popolazione e la partecipazione alla politica stessa (quella buona e produttiva).

Di recente, è stata annunciata la nascita di SarDegna Iniziativa Popolare, un’iniziativa di legge popolare che inizierà la raccolta firme in tutti i comuni il 27 Febbraio 2025. È importante partecipare a questa raccolta, sia perché come ha dimostrato la Legge Pratobello 24, la popolazione sente diverse esigenze, per questo appoggia tali iniziative e, se anche l’iter viene bloccato dai nostri prodi consiglieri regionali, ciò non significa che queste iniziative non siano utili. Anzi, mettono fiato sul collo a chi non ci rappresenta come dovrebbe a Cagliari e dimostrano che negli ultimi due anni si stanno compattando diverse istanze di ampie fasce della popolazione sarda. Non sembra ma stanno cambiando diverse percezioni. Tuttavia, se non scardiniamo questa legge elettorale antidemocratica, chi si fa i suoi interessi e ignora il suo ruolo a livello regionale, continuerà a gestire malissimo la nostra Regione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *