di Alessio Canu
Il clima attuale nell’ambiente sardo è particolare e strano. E, mentre rimaniamo in attesa di capire cosa succederà il 20 marzo quando si deciderà sulla decadenza della Presidente della Regione, entriamo nel terzo mese di esercizio provvisorio (sic!) e ancora non si vedono iniziative degne di questo nome e che siano capaci di svoltare l’impasse nella nostra Regione. Né, tantomeno, si comprende se ci sarà modo di riesumarle e analizzarle; mi riferisco ad iniziative come la Pratobello 24, che i nostri imbelli consiglieri regionali hanno lasciato nel cassetto. E per smuovere questo stato di cose è stata lanciata dal 27 Febbraio in tutti i Comuni dell’Isola e in tutti i banchetti che verranno allestiti la Proposta di Legge di Iniziativa popolare SarDegna Iniziativa[1] ideata e sottoscritta da una serie di figure, tra le quali spiccano Omar Chessa, Lucia Chessa, Luciano Canfora e diversi esponenti di numerosi comitati legati alla Pratobello. Se la politica è sorda a determinate iniziative è perché il sistema è autoreferenziale e protetto da una legge elettorale capestro e antidemocratica. Solo smantellandola sarà possibile distruggere il clientelismo atavico che si è inasprito negli ultimi 15 anni di politica isolana.
Sul fronte della lotta alla speculazione energetica invece nulla tace o rimane in silenzio per quanto venga venduta quest’idea. E se a Quartu, in data odierna, si è tenuta una manifestazione che segnala lo stato di allerta che vige tra molti Sardi, continuano le iniziative di informazione e di protesta che i comitati tengono da un capo all’altro della Sardegna. E vi segnalo anche dei video e del materiale multimediale disponibile in rete che potrà tenere aggiornati coloro che tengono al bene ambientale sardo. Ma a cosa mi riferisco quando scrivo di “vendita di idee?”
Mi riferisco a degli articoli che appaiono da una settimana circa nella pagina di un giornalista in pensione, che ha un Osservatorio con il quale raccoglie informazioni e le divulga. Per quanto non venga detto apertamente, ha una narrazione molto negativa con la Giunta Regionale precedente a quella attuale (Solinas), mentre ha toni più concilianti con l’attuale (Todde). Quali che siano le motivazioni di tale scelta, non mi interessano e sono perfettamente giustificate per il suddetto Osservatorio; nel mondo dell’informazione e ancor più dei social è così e tale ce lo dobbiamo tenere.
Non accetto quando poi il mirino va a finire sui Comitati anti-speculazione e sui Pratobelli. Metto qua i link dei post in questione, tutti trattanti lo stesso argomento e dove appaiono delle frecciate e/o chiose su un presunto mancato paventando, una loro mancata mobilitazione, accostando tale accusa al rilievo che i fatti si sarebbero svolti all’epoca della Giunta Solinas.[2] L’argomento di questi post è costituito da un progetto di parco fotovoltaico che si dovrebbe costruire a Ottana, per un’estensione di 80-90 ettari. Durante la fase di scavo sarebbero stati riportati alla luce degli scarichi legati alle lavorazioni dell’ex impianto ANIC, altamente inquinanti e pestifere, tanto da richiedere per alcuni operai degli accertamenti medici.
Questo è il sunto del fatto riportato dai post. E richiama la pratica nostrana di interrare scarti di lavorazione e materiali altamente inquinanti sottoterra, in luogo di procedere al loro regolare smaltimento secondo norme e processi adeguati, ma costosi. E fin qui nulla di strano. Che poi si dia la sua lettura politica sul fatto che all’epoca ci fosse un’altra Giunta che aveva dato l’autorizzazione per l’impianto fotovoltaico, dovrebbe spiegare dove sia il nesso causale tra mancata bonifica e autorizzazione dell’impianto. Posto che l’interramento e lo smaltimento di rifiuti di tal tipo costituisce reato penale e con i crismi del disastro ambientale (ancor più grave perché in prossimità del fiume Tirso), le bonifiche si sarebbero dovute fare almeno 30 anni fa, e come minimo chiameremmo in causa una decina di giunte regionali, da un estremo politico all’opposto dell’arco politico.
Secondo punto, le date degli articoli e il presunto mancato coinvolgimento dei Comitati o una loro omertà. Questo punto è estremamente grave e fossi nei Comitati chiederei una completa revisione di questi passaggi o di valutare le opportune azioni e citazioni per la falsità di questi accostamenti. E su come si siano mossi in questi ultimi tre anni i Comitati parlano i fatti e i traguardi raggiunti in questo arco temporale. Tra l’altro la questione non viene affatto svelata dall’Osservatorio per la prima volta, al massimo Guerrini ci arriva con ben due anni di ritardo. Già nel 2022 infatti su Videolina appariva un servizio dove si trattava della protesta contro siffatti progetti.[3] E nell’ottobre 2023 Andrea Sparaciari, per Millenium FQ, analizzava una serie di aspetti legati ai terreni in questione, con una sequela di vicissitudini e passaggi burocratici e legali estremamente lunghi e complessi, riassunti in questo articolo.[4] Leggetelo, la vicenda e complessa e compaiono nomi della politica isolana attuale e passata. Poi confrontatelo con i post dell’Osservatorio e fatevi la vostra opinione.
E le mie domande, per chiudere l’articolo, sono queste: visto il disastro ambientale scoperto, come ci muoviamo? La Giunta attuale, quella Todde, come si muoverà per risolvere questo problema del passato? Se l’impianto sorgerà su terreni posti in prossimità del fiume Tirso, come mai il progetto non è stato rivisto o bloccato in base alla legge 20? E, vista la bomba ambientale scoperta, come si porrà rimedio per una delle aree martoriate della Sardegna?
[1] https://www.facebook.com/share/p/18h1MyuiGG/
[2]https://www.facebook.com/share/p/1Dd5xBxeDw/, https://www.facebook.com/share/p/1Dezjde4X1/, https://www.facebook.com/share/p/1H8ZucWQPv/
[3]https://www.videolina.it/articolo/tg/2022/04/03/la_protesta_parte_da_ottana_no_alla_sardegna_colonia_energetica-78-1161435.html?fbclid=IwY2xjawIv-bNleHRuA2FlbQIxMQABHUyRFrs_Tig6bXZ34JdBpBd04XX9kuc2vs61DtVn8TAbK-FYcN3yUMGtlw_aem_Pq2nFcVFfivME5SBDuKKPA
[4] (https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/10/02/fotovoltaico-i-terreni-in-sardegna-diventano-oro-acquisiti-per-100-mila-euro-concessi-ad-acea-per-42-milioni-linchiesta-di-millennium/7306692/