di Pino Cabras
Quando stamane, 17 giugno 2024, ho letto l’intervista a “Il Fatto Quotidiano” concessa dal capo politico del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, nel punto in cui dice che «forse è arrivato il momento di chiedere scusa agli elettori del Movimento rimasti delusi per il nostro sostegno al governo Draghi», ho pensato che forse il suo sia un problema di riflessi. Insomma, un problema di rapidità ed efficienza con cui il sistema nervoso risponde a uno stimolo esterno. I riflessi – lo sappiamo – comportano l’elaborazione di informazioni sensoriali, la trasmissione di segnali attraverso i nervi e la conseguente azione muscolare. I riflessi sono misurabili in termini di tempo di reazione, che è l’intervallo di tempo tra la percezione dello stimolo e la risposta effettiva del corpo.
Questi tempi di reazione possono variare notevolmente tra individui e possono essere influenzati da vari fattori come l’età, la salute, l’allenamento e la fatica.
Nel caso di Conte influisce la “paraculaggine”.
Sappiamo che paraculaggine è un termine scherzoso, ma nel caso di Conte merita il rango di un termine scientifico dal valore irrinunciabile per una corretta tassonomia in cui collocare l’ex premier. Dicesi paraculaggine (“paratura culorum obportunistica”) un comportamento astuto, opportunista e spesso subdolo, con l’obiettivo di ottenere vantaggi personali evitando responsabilità o rischi. Una persona definita “paracula” è abile nel manipolare situazioni a proprio favore, spesso in modo disonesto o poco trasparente, cercando di trarre benefici senza compromettersi o esporsi alle conseguenze negative delle proprie azioni.
Le caratteristiche principali della paraculaggine includono:
Astuzia: Capacità di trovare soluzioni rapide e vantaggiose per sé stessi, spesso a discapito degli altri.
Opportunismo: Sfruttamento delle circostanze a proprio favore senza scrupoli, mirando principalmente ai propri interessi.
Evasività: Tendenza a evitare responsabilità, colpe o situazioni scomode, mantenendo una facciata di innocenza o neutralità.
Manipolazione: Utilizzo di tattiche subdole o persuasive per influenzare le persone o le situazioni a proprio vantaggio.
Un esempio di paraculaggine potrebbe essere un dirigente politico che, pur avendo espulso dal partito tutti i parlamentari che dicevano che votare un primo ministro in combutta con il peggio delle élites era una scelta che tradiva il mandato degli elettori, evita accuratamente sia di nominare tali parlamentari, sia di scusarsi con loro facendo nomi e cognomi, intanto che cerca di prendersi il merito delle loro analisi fatte a tempo debito come se fossero frutto di una sua riflessione autonoma, ancorché annacquata e disinnescata. Una riflessione da far apparire come non dettata dalla disperazione del vicolo cieco in cui si è infilato dopo un risultato elettorale disastroso.
Sotto l’ombrello semantico della paraculaggine è scientificamente da inserire anche l’aver scarabocchiato la parola “pace” nel contrassegno elettorale del M5S per far dimenticare tanto i suoi voti in favore della fornitura di armamenti che noi parlamentari di opposizione combattevamo, quanto i voti allineati alla maggioranza dell’Europarlamento intesi a creare un clima di guerra sempre peggiore.
Giuseppe Conte giustifica il sostegno a Draghi come una posizione «motivata dal fatto di difendere le riforme del Movimento», la sua «Agenda sociale». Stiamo parlando di un governo che smantellò tutto lo smantellabile con il voto dei Conte Boys e delle Conte Girls, che perseguitò milioni di lavoratori con l’estorsione del Green Pass, che votò la Legge Cartabia, che demolì il Superbonus con un’orrida burocrazia, che aprì la strada alle peggiori speculazioni a danno del territorio con il decreto sulle “semplificazioni”, che trascinò l’Italia nelle derive terminali dell’atlantismo che ci porta sulla soglia della Mezzanotte nucleare.
Noi glielo dicevamo ad alta voce, ma il suo movimento ci scatenava i suoi spin-doctor per denigrarci e silenziarci.
Magari Conte in una limpida mattinata del 2026, dopo aver riso a crepapelle per una barzelletta che aveva sentito sei anni fa, ci chiederà scusa davvero. E andrà con Joe Biden a caccia di lumache, solo che gli scapperanno sotto gli occhi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *