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di Luisa Cighetti

C’era una volta (tutte le favole iniziano così…)

un’isola bellissima abitata da un popolo pacifico. Era così bella che faceva gola a tutti. In tanti tentarono di conquistarla. Vennero dal mare e dal cielo, ma il popolo pacifico cercò sempre di difendere la propria terra, i suoi pascoli, gli alberi centenari e i campi coltivati. Tuttavia, non sempre riuscì nell’impresa di mandare via gli usurpatori.

 

«Dobbiamo smettere di arretrare sui monti!» si lamentavano alcuni.

«Dobbiamo cacciarli via, anche con le brutte, se necessario!» incitavano altri.

Ma il popolo dell’isola era fondamentalmente pacifico.

Così passarono anni e anni e il popolo sopportò di tutto.

Sopportò che il mare fosse contaminato, che si costruissero fabbriche di morte, che l’isola fosse invasa da basi militari. Nell’ultima invasione dovette, persino, fronteggiare un mostro dal corpo invisibile e i cui tentacoli erano costituiti da potentati finanziari, da falsi politici e da faccendieri mafiosi e senza scrupoli. 

Questa volta, per quanto possa parervi incredibile, gli usurpatori volevano rubare anche il sole e il vento!

«È davvero troppo!» insorsero tutti.

Ci fu, allora, una grande adunanza in una valle bellissima presso la quale il popolo tutto accorse da ogni parte dell’isola e, fra canti e suoni, si levarono molte voci accorate. Fu quella l’occasione per stringere amicizie e per pianificare strategie efficaci contro la fame del mostro.

Quell’ultima invasione è ancora in corso e la battaglia prosegue. Noi, però, non dubitiamo del lieto fine (tutte le favole hanno un lieto fine…)

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