di Ingrid Atzei e Claudio Loria

È noto che Nerone provò più volte ad uccidere la madre ed è, altresì, nota l’incitazione che Agrippina pare abbia urlato quando comprese che il matricidio stava per compiersi: «Colpisci al ventre!» Il ventre, ovvero la matrice di vita per definizione.

Ebbene, il testo sopra riportato, si riferisce alla comunicazione di un sindaco del centro Sardegna ai suoi compaesani. Li convoca tutti ad una riunione pubblica, per discutere sulla richiesta, ma sarebbe più corretto definirla un ordine perentorio, ricevuta dalla Regione Sardegna, di indicare le aree che egli ritiene essere idonee, nel suo territorio comunale, ad ospitare torri eoliche e pannelli fotovoltaici.

Dalla lettera si percepisce molto bene il senso di frustrazione del primo cittadino di questa comunità, il quale, com’è noto da tempo, è contrario alle FER al punto da aver dialogato con ogni singolo compaesano che già dieci anni fa circa veniva allettato con proposte d’acquisto dei propri terreni per poterci impiantare mostri di vetroresina. Il sindaco è talmente colto da disappunto per la richiesta ricevuta che definisce la situazione «pessima». E non si può dargli torto; come Nerone, anche la Regione Sardegna, e prima di lei il D. Lgs 199/2021 al quale il Decreto “Aree Idonee” dà attuazione, aveva condannato la Sardegna (e non solo, si badi bene) a morte certa.

Perché questo fa chi colpisce al ventre di madre terra pugnalandola con lunghi stiletti provvisti di provvidenziali elici.

Questo fa chi intende trasformare una terra a vocazione rurale in una terra a vocazione industriale.

Questo fa chi decide che le risorse che un popolo incanala in indotti di sostentamento possano essere annientate per convertire degli spazi in spregiudicati generatori di energia.

La sensazione che si ricava leggendo questa lettera è quella di essere sottoposti ad un ricatto e soprattutto di essere, come si suol dire, messi in mezzo!

Esattamente come accade in certi contesti malavitosi quando viene chiesto di commettere un omicidio di prossimità, semplicemente per dimostrare, per mezzo della punizione del proprio sangue o di un proprio affetto, fedeltà all’organizzazione. In realtà, disponendo poi anche di una valida arma di ricatto; il famoso scheletro nell’armadio.

Sì perché, con la scusa di “coinvolgere” le comunità locali, fondamentalmente si chiede loro di mettere la testa dentro il cappio che la Regione gli porge su un vassoio d’argento. Diteci voi, sindaci e amministratori locali, in quali parti del vostro comune mettere le torri eoliche e i pannelli fotovoltaici.

Nessuna risposta negativa è ammessa, nessun diniego ipotizzato; questo matrimonio con l’energia green s’ha da fare e si farà, con o senza di voi, signori sindaci!

E, non bastasse ancora, fedele al detto che la fretta è cattiva consigliera – e lo è ancor di più quando si tratta di prendere decisioni esiziali – la Regione Sardegna, chiede ai sindaci di fare tutto in una settimana… Sette giorni per condannarsi a morte! E condannare la propria comunità con la terra della quale è figlia.

Ora, ad onor del vero, non tutti i sindaci sardi sono contrari alla speculazione energetica, che viene presentata in modo totalmente ingannevole come Transizione Energetica. Detto tra noi, la chiamano così per convincerci che è fondamentale decarbonizzare così da salvare il pianeta, cosa totalmente falsa. La verità è molto più prosaica: l’intento è semplicemente quello di attingere ai finanziamenti per la creazione di mostri eolici.

Apprendiamo da fonti di stampa, https://www.pv-magazine.it/2024/09/04/sardegna-come-proseguono-i-dialoghi-giunta-territorio-per-individuare-le-aree-idonee/ che, ad esempio, il sindaco di Berchidda è un entusiasta della transizione energetica, ed è impaziente di ospitare nel comune che amministra – ci sarebbe da augurarsi ancora per poco – impianti eolici. La notizia non riporta l’opinione degli abitanti di Berchidda; ma sarebbe interessante conoscerla, soprattutto una volta che siano stati messi doverosamente al corrente – se già non lo sono – di cosa significhi per loro e per le generazioni future in termini economici, paesaggistici e d’immagine. Dal medesimo articolo si evince anche che, a sentire la Todde, altri sindaci sono favorevoli alla transizione energetica. Insomma, qualche follower ce l’hanno pure gli speculatori. Potere dei soldi: se non ti convincono ti comprano.

Oggi, inoltre, c’è stata la conferenza Stato – Regioni sui parametri del decreto di individuazione alle aree idonee, https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2024/06/07/conferenza-stato-regioni-ok-decreto-su-aree-per-rinnovabili_4087036f-d960-43e4-84eb-e88af2073cb8.html

e, da quanto riporta l’Ansa, parrebbe che la Regione Sardegna sia stata paladina nello stabilire criteri rispettosi di certi paletti, per l’individuazione dei luoghi più adatti alla installazione di torri e pannelli.

Sembra tutto una grande supercazzola, un enorme gioco delle tre carte.

Non si prende mai in considerazione l’ipotesi di rifiuto a tutto questo. Si deve fare e basta.

Ma sapete qual è l’ipocrisia più grande, la truffa maggiore? Dicono che non si procederà a ulteriore consumo di suolo, che si utilizzeranno i territori compromessi, i tetti dei capannoni etc. etc.

Ma, contemporaneamente, prevedono di installare impianti FER capaci di produrre altri 6,2 GW di energia. Capito l’ipocrisia? Capito la falsità? Come fai ad aumentare la produzione da FER a questi livelli senza consumare ulteriore suolo? Davvero crediamo che installeranno pannelli fotovoltaici sopra ogni tetto presente in Sardegna?

Il piano è sostanzialmente questo: facciamo finta di coinvolgere gli enti locali facendoci dire quali zone dei loro territori hanno individuato. E così li rendiamo complici dello scempio e alla peggio, addossiamo ai sindaci la responsabilità.

Ai riottosi, imporremmo noi, giunta regionale, quali parti di territorio devastare.

E poi, quando avremo finito il primo giro di prese per i fondelli e quando la popolazione si sarà abituata all’idea, procederemo con le nuove aree identificate come idonee, per raggiungere l’obiettivo di 6,2 GW di energia prodotta da FER. D’altronde, la finestra di Overton e la rana di Chomsky fanno parte di un background strategico di diffuso utilizzo.

 

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