Di Claudio Loria
La scorsa settimana c’è stato il primo faccia a faccia televisivo tra i due candidati alla presidenza degli Stati Uniti, che ha visto “confrontarsi” l’attuale presidente in carica Joe Biden e l’ex presidente e candidato repubblicano Donald Trump. Non mi voglio soffermare sull’infimo livello del dibattito, che ha visto i due protagonisti battibeccare sull’altezza, sul peso corporeo o sulle proprie capacità golfistiche e persino disquisire su chi dei due è più idiota (parole loro).
Voglio sottolineare l’assurda ipocrisia, ormai nel DNA, che caratterizza i giornali mainstream occidentali, che il giorno dopo erano increduli della “performance” o per meglio dire, della figura marrone del loro beniamino, Biden.
Media mainstream che fingono di cadere dalle nuvole, di stupirsi delle precarie condizioni psicofisiche dell’attuale presidente, giornalisti e commentatori tv che, col candore di una banconota da 6 euro, recitano meraviglia per l’appannamento mentale di Biden. Come se mai prima d’ora ci fossero stati segnali a indicare lo stato di confusione e stordimento dell’uomo.
Allora proviamo a fare una piccola ricerca su internet e troviamo che:
aveva accusato il presidente cinese Xi Jing Ping di essere un dittatore, per di più di un piccolo paese…;
disse che Putin stava perdendo la guerra in Iraq, paese facilmente confondibile con l’Ucraina…;
in un’intervista televisiva affermò “sono andato al G7 che è il vertice Nato e dissi: l’America è tornata e Mitterrand mi chiese, per quanto tempo sei tornato?”
Come non ricordare quando, sempre in una trasmissione tv, affermò che già dai tempi delle campagne con Obama, misero in piedi una grande frode elettorale. Possiamo considerarlo un lapsus freudiano?
E ancora, confuse Helmut Kohl con Angela Merkel, il presidente egiziano Al Sisi con il presidente del Messico e arrivò ad affermare che il suo povero zio Bosie venne mangiato dai cannibali! Per fortuna dello zio Bosie e soprattutto dei cannibali, la storia è stata totalmente inventata dalla vulcanica mente di nonno Joe!
Poteva finire qui? Ma no, come dimenticare: “non trovo i foglietti scritti dal mio staff e non so cosa devo dire”?
O le volte che leggendo il gobbo, oltre le frasi del discorso lesse anche “ripetere la frase due volte”, oppure “adesso sorridere” o ancora “pausa”, scambiando questi consigli per parti del testo?
Indimenticabili poi le cadute a ripetizione sulle scale dell’aereo, la caduta sulla pedana nella base dei Marines o il rilascio di un peto fragoroso, che lasciò senza fiato Carlo e Camilla di Inghilterra.
Per fortuna accanto a lui, a sostenerlo, c’è sempre il suo amico immaginario che Biden non manca mai di salutare alla fine di un discorso.
Ci sarebbe da ridere, ma in realtà c’è da piangere e anche tanto. Biden è in questa penosa condizione da quando è diventato presidente, gli episodi menzionati, e sono solo una piccola parte, non sono accaduti negli ultimi giorni, ma negli ultimi anni. Del suo stato di salute psicofisica ci si poteva accorgere da parecchio tempo e solo i giornali mainstream, che rispondono al potere e che avversano un gigante come Assange, hanno censurato ogni video, notizia o informazione che dicesse la verità sul presidente statunitense. Pennivendoli prezzolati che non hanno la minima idea di cosa voglia dire essere giornalisti.
C’è materiale a sufficienza per interrogarsi sulla democraticità di un sistema che concentra nelle mani di una persona malata così tanto potere. Il riferimento al premierato è voluto, ma ce ne occuperemo in altri articoli.
Gli stessi propagandisti atlantisti, che non si accorgevano delle penose condizioni di un uomo che, in linea teorica, ha i codici di lancio dei missili nucleari, negli stessi anni, diagnosticavano al presidente Putin ogni sorta di malattia, ovviamente senza nessuna prova, e ne pronosticavano la morte imminente.
Putin ha o aveva: il Parkinson, forme di demenza (lui…), vari tipi di tumore a scelta del conduttore o dell’intervistato di turno, schizofrenia, sindrome di Cushing e altre amenità.
Trovo assurdo che il direttore della CIA Bill Burnes si sia azzardato ad affermare che “Putin è fin troppo sano”. Evidentemente il sig. Burnes non legge i giornali italiani e non è molto informato!
E adesso? Cosa succederà al povero Joe dopo il disastroso duello con Trump?
I Dem Usa stanno facendo finta di interrogarsi se sia il caso di continuare a sostenerlo e i media occidentali assecondano la sceneggiata. Ma è molto molto probabile che ad agosto il nostro eroe verrà sostituito da un candidato più adatto, che sarà con ogni probabilità Michelle Obama, dotata di tutte le caratteristiche che piacciono alla gente che piace, fondamentali per fare il presidente americano: innanzitutto è la moglie di Barak Obama, è nera ed è anche donna, il che non guasta.