di Alessio Canu
La 58, quella casella che tutti temono, che ti riporta al punto di partenza: lo Scheletro. È la casella sulla quale, oggi, si ritrova la RAS, dopo che il Consiglio di Stato ha accettato la richiesta di sospensiva di una parte del DM Aree Idonee del giugno 2023 (noto come “Decreto Picheto Frattin”).[1]
Cosa comporta ciò? Comporta che la parte coinvolta (articoli 1, 3, 7 del Dm Frattin) dalla sospensiva, è quella maggiormente legata all’individuazione delle cosiddette aree idonee. Lo ripeterò fino allo sfinimento: le aree idonee non sono le sole aree dove verrebbe permessa la costruzione di impianti a FER, ma sono aree a procedura accelerata, con minori controlli e vincoli rispetto a quelli cui sono soggette le aree ordinarie, dove si applicano le normali regole per la costruzione di una qualsivoglia costruzione.
E dove starebbe il problema? Starebbe nel fatto che nel DM Pichetto Frattin viene contemplata la possibilità di definire aree non idonee; cosa, invece, espressamente vietata dal Dlgs 199/21 all’articolo 20. E ricordiamo ancora, il DM Pichetto Frattin è il decreto attuativo del cosiddetto Decreto Draghi, dal quale non può discostarsi nelle linee guida.
E in Sardegna? Per usare le parole della Presidente Todde, il DDL 45 (Decreto Aree Idonee) è una legge di pianificazione che si rifà alla normativa nazionale; a giugno 2024 è stata firmata l’intesa Stato-Regione sul DM Pichetto Frattin.[2] Se cade il DM Frattin (o una sua parte), il DDL 45 diventa inutile, carta straccia, perfetto bersaglio per essere cecchinato dal Consiglio di Stato. Mesi di discussioni roventi, di passerelle inutili e fumose per le province, pubblicizzando incontri con i Sindaci della Sardegna, in un clima dove in molti avvertivano lo spaesamento della Giunta nel dare le direttive per l’individuazione delle aree idonee. Ma, soprattutto, l’arroganza e l’ignoranza nel non considerare nemmeno per un attimo la Pratobello ‘24 e l’effetto differente che avrebbe questa legge. Che non è una legge sospensiva (Todde dixit), ma urbanistica, quindi di competenza esclusiva della Regione Sardegna (e nei decreti si fa sempre riferimento alle autonomie speciali e alle relative competenze). Ora ci ritroviamo con giorni e giorni di lavoro in commissione e in Consiglio Regionale buttati al vento, con la possibilità che pure la fantomatica Moratoria venga cassata l’11 dicembre, con la Sardegna che rimarrà inerme di fronte alla speculazione energetica – mentre proseguono i lavori in diversi parchi eolici – e Terna che procede con gli espropri in quel di Selargius.
Non male per una Giunta boriosa che sfotteva senza tanti complimenti i Pratobelli, i partecipanti agli eventi del 16 settembre e del 2 ottobre. Che ignorava le dodici Eroine che sono rimaste in Consiglio, consapevoli dei rischi legali cui sarebbero potute incorrere per l’occupazione in Consiglio. E che ora si ritroverà a dover pensare a nuove soluzioni legislative per evitare lo sfregio totale della Sardegna. Com’era la storia che “i legislatori siamo noi”? Sarebbe stato meglio non esprimere concetti di quel tipo, visto il risultato attuale, perché poi gli elettori e i cittadini Sardi dovrebbero farsi il segno della croce a vedere quale è stato il risultato. C’è solo una soluzione a questo disastro legislativo: adottare la Pratobello ‘24. E se la proposta dell’opposizione di presentare la Pratobello “scomposta” nei vari articoli in diversi emendamenti correttivi del DDL45 era, inizialmente, un modo per far valere le volontà popolari, visto il mutato quadro, bisogna riportare la palla in Commissione e presentare la Pratobello ‘24, a maggior ragione con procedura d’urgenza.
Non farlo sarebbe un secondo tradimento. E agli occhi della maggioranza, questa situazione deve essere vista come un esame di riparazione. Approvare la Pratobello ‘24 sarebbe l’unica cosa giusta da fare. Ora le chiacchiere e i giochi di prestigio verbali stanno a zero.
[1] Per una lettura completa, in calce all’articolo allego il documento nelle varie pagine che lo compongono
[2] https://www.pv-magazine.it/2024/06/07/aree-idonee-intesa-sul-testo-definitivo-in-conferenza-unificata/