Il 27 gennaio 2024, con un congresso fondativo tenutosi a Roma, alla presenza di quasi duemila partecipanti provenienti da tutta Italia, nasce DSP, Democrazia Sovrana Popolare. Una forza politica che, fin dal nome, ha una vocazione chiara ed incontrovertibile, difendere l’articolo 1 della nostra Costituzione che recita:
L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Ideatori e fondatori di questa nuova compagine politica sono Francesco Toscano di formazione morotea, direttore della televisione web VisioneTV e della rivista Visione. Un altro sguardo sul mondo, e Marco Rizzo, politico di lungo corso, già segretario, parlamentare ed eurodeputato comunista. Per quanto riguarda specificamente la Sardegna, nel Direttivo del partito troviamo l’ex deputato Pino Cabras, anch’egli interessato fin da giovanissimo alla politica e con una lunga esperienza alle spalle.
Il blog di DSPSardegna è lo spazio virtuale che raccoglie le rappresentanze e l’impegno dei militanti e dei simpatizzanti del partito radicati sul territorio isolano. Esso intende proporsi come punto di riferimento per quanti ritengano che la globalizzazione operata dai grandi circuiti finanziari, in mano ad élites che predicano austerità mentre pascono allegramente nell’agio, sia solo il disegno dispotico e distopico di una società planetaria imbibita di menzogne tecnocratiche volte all’annientamento del potere decisionale dei popoli, alla liquefazione delle loro identità, delle loro peculiarità, delle loro tradizioni, dei loro valori, dei loro progetti di vita, delle loro speranze di crescita e di miglioramento. In sintesi, tecnocrazie volte 1. al soggiogamento del naturale tendere al perpetuarsi dei connotati definienti l’essere umano inquanto tale e 2. delle società a misura d’esso, per renderli mere procedure di calcolo in balìa di artifici ai quali inchinarsi poiché ritenuti intelligenti.
In quest’ottica riteniamo dannose e da ridefinire per intero istituzioni sovranazionali come l’UE, quando non già da smantellare come la NATO – ovvero la poderosa e soverchiante propaggine americana sulle nostre forze armate e sui nostri territori nazionali – e come l’OMS – ovvero quell’aggregato apparentemente preventivo e promotivo a livello sanitario e che, invece, ha trovato la propria ragion d’essere solo nel susseguirsi delle emergenze vere/presunte/pronosticate e, stante tutto ciò, auspicate -. Tutti questi apparati minano la nostra indipendenza nazionale poiché il loro carattere presuntivamente tecnico espone le politiche fondate sulla sovranità dei popoli a dispotismi avulsi da ogni logica di quotidianità, condivisione, affetti, cultura e ideali, libertà di scelta, opinione ed espressione difesi, invece, dall’articolo 21 della nostra Costituzione che recita:
tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dall’autorità giudiziaria.
Parimenti importanti sono per noi una ristrutturazione dei piani didattici che educhino i nostri giovani al pensiero critico, alla meraviglia dei luoghi, delle interazioni umane e della cultura, al rispetto della propria dignità individuale e dell’identità di ogni popolo, alla bellezza delle tradizioni che consentono di perpetuare le memorie storiche e peculiari, alla difesa dei valori fondanti di ogni società umana come la famiglia, la conoscenza, la certezza e la salvaguardia dei propri diritti, la possibilità di accedere o costruirsi da sé il lavoro e, nient’affatto meno importante, la sicurezza sul lavoro.
Abbiamo in mente un’Italia che cresce, che si riappropria di un ruolo da protagonista, sia all’interno dei propri confini nazionali che in ambito internazionale, smettendo le vesti da pedina che oggi la connotano e che stanno sbiadendo la livrea della nostra bandiera. Siamo Italiani; abbiamo nel nostro territorio il numero maggiore di architetture storiche che testimoniano quanto abbiamo sempre amato distinguerci per il nostro ingegno e farci apprezzare, dobbiamo difendere tutto questo perché ne abbiamo ereditato tanto la meraviglia quanto il nostro compito di custodirla. Lo dobbiamo a chi ha progettato tutto questo prima di noi, a chi l’ha difeso prima di noi, a chi non deve esserne privato dopo di noi. E, per quanto riguarda noi Sardi in particolare, rammentiamo sempre che siamo figli della Terra dei nuraghi dove si pensa in grande da millenni! Ma, per pensare in grande, è necessario, innanzitutto, essere liberi di poter decidere del proprio destino e, a noi, oggi, stanno occupando finanche ogni centimetro di terra. Questo significa che tanti – troppi – avventori stanno fagocitando il nostro prezioso lascito storico, la nostra identità di popolo e il nostro futuro. DSPSardegna crede nella nostra identità di popolo sovrano che si coniuga perfettamente con i punti programmatici del manifesto politico di Democrazia Sovrana Popolare.
Ricordiamoci sempre che la nostra forza siamo noi; sta a noi scegliere, selezionare i nostri rappresentanti, monitorare che centrino gli obiettivi delle istanze che mettiamo nelle loro mani. Un popolo disattento e disilluso apparirà svilito ed è proprio questo che non dobbiamo essere. I potentati sovranazionali hanno lavorato alacremente nei decenni scorsi affinché, oggi, l’esito delle loro azioni sotto liminari fosse il disamoramento per la politica e, in definitiva, la rinuncia a credere in se stessi, in noi stessi. Non consentiamoglielo; se, fino ad ora, hanno creduto di avercela fatta, be’ dimostriamogli che la partita è ancora aperta.
DSP c’è. Dobbiamo esserci anche noi.
Ed ora, per integrare questa presentazione, vi invitiamo a prendere visione, nella sezione Programma, dei punti salienti che definiscono la nostra identità politica che poggia su tre solidi pilastri:
- il perseguimento della pace,
- il perseguimento della giustizia sociale e
- la difesa di ogni libertà
e che verranno declinati nei vari aspetti della nostra vita politica, economica, lavorativa, sociale, sanitaria, culturale e formativa.
Buon approfondimento!