di Alessio Canu

Due giorni dopo la “festa” della consegna delle sottoscrizioni davanti al Consiglio Regionale ci ritroviamo a dover registrare le reazioni e le esternazioni sia della politica sarda che dei mezzi d’informazione. Così iniziamo a vedere chi è al fianco dei cittadini e chi, invece, è sordo alle richieste della popolazione, che è la base di qualsiasi processo in un sistema democratico. Perché, come dico io, “senza la base, scordatevi le altezze”. Perciò, partirei con una domanda: cosa vogliono i Comitati? C’è poco da girarci attorno, vogliono l’approvazione diretta e d’urgenza della Legge Pratobello ‘24, senza passaggi in Commissione e con le stesse tempistiche dedicate alla legge sulle aree idonee. Sottolineo che su questo non si deve arretrare di un solo centimetro. Perché? Perché le risposte arrivate dalla politica degli scranni sono state deludenti e, per tanti aspetti, molto fuorvianti e disinformative. A cosa mi riferisco? Be’, mettiamo in ordine le varie dichiarazioni.

  1. Il Presidente del Consiglio Regionale Comandini, il 02 ottobre, ha dichiarato che si sarebbe subito proceduto alla conta delle firme, quindi all’ammissione della legge secondo iter ordinario (https://www.lanuovasardegna.it/video/sardegna/2024/10/02/video/legge-pratobello-piero-comandini-subito-il-controllo-delle-firme-e-poi-discussione-in-commissione-1.100592916), quindi nelle commissioni competenti. Affermazioni in linea con i regolamenti, perché l’approvazione in urgenza è subordinata all’ok di tutti i capigruppo regionali. Ma la cosa non è avvenuta. Sarebbe stato importante che gli stessi capigruppo – tutti – avessero partecipato alla manifestazione del 02 ottobre, c’erano dei posti riservati per loro, avremmo avuto modo di conoscere le loro posizioni in materia, fossero state in accordo con le nostre o meno. Bisognerebbe poi spiegare come mai lo stesso regolamento sulle leggi d’iniziativa popolare sia fumoso riguardo le tempistiche, non prevedendo un numero di giorni preciso per il loro iter. Noi pretendiamo che la stessa durata dell’iter per la legge sulle aree idonee sia prevista per la presentazione in aula della proposta di legge Pratobello ‘24. Altrimenti il rischio è che la proposta faccia la stessa fine delle altre due leggi d’iniziativa popolare presentate: chiuse nel cassetto da 5 anni (e non sperate che vengano ritirate fuori,https://www.consregsardegna.it/xvilegislatura/attivita/attivita-legislativa/progetti-di-legge/proposte-di-legge-di-iniziativa-popolare/?fbclid=IwY2xjawFsqSNleHRuA2FlbQIxMQABHW_jmGx7vm78EoXnmOLxKxDL6f1QcVgHH_Lv9L1y4sNKE2lUJELMC_iVfw_aem_GJQX9CljvjS7t36a_lvLjA&sfnsn=scwspwa).
  2. Leggo una dichiarazione della Presidente della Regione, che afferma che bisogna distinguere il ruolo delle Istituzioni. Benissimo, magari l’iter di una legge d’iniziativa popolare, in prima battuta, va dettato da chi riceve le leggi, ossia dal Presidente del Consiglio Regionale (vedi sopra), visto che le cariche non sono onorifiche o di mera rappresentanza, ma hanno dei poteri specifici, cui nessuno può sovrapporsi. Il potere legislativo è dato al Consiglio Regionale, non alla Giunta, che invece ha un potere di tipo esecutivo. Magari una ripassata di Montesquieu sarebbe utile. Se è vero e giusto che ci sono Istituzioni legittimamente elette e al potere (e nessuno mai lo ha messo in discussione), queste devono ricordarsi i propri ambiti di competenza. Politicamente parlando (magari mi sbaglierò), questo atteggiamento è un modo perfetto per perdere consenso e appoggio al proprio campo, tanto più se facciamo riferimento a quanto detto da Bersani stesso a Terralba parlando specificamente di soluzioni misurate sui Sardi (https://www.videolina.it/videolina/tg?data=202410041330).
  3. A ciò si aggiunga che non è mancata la chiosa mediatica su fantomatiche figure che vorrebbero fare una rivoluzione violenta sui temi della speculazione (https://fb.watch/u-zCGUp0pK/). Chi sarebbero questi violenti? I bambini o gli anziani che erano in piazza? Presentare una legge d’iniziativa popolare, cosa perfettamente prevista e autorizzata dai nostri regolamenti, sarebbe un metodo violento? A me sembra che, quando si paventano senza motivi pericoli inesistenti, è perché manca la presa politica sull’argomento, non si hanno argomenti per controbattere e si cerca di confondere le acque. Tra i 210729 Sardi che hanno firmato non ci sono violenti, ci sono cittadini indignati, preoccupati, anche arrabbiati, ma di sicuro non persone violente. Sono persone che avrebbero bisogno di risposte da mesi, che non ne hanno ricevute precedentemente e che le hanno richieste a questa Giunta e a questo Consiglio. Tutto il resto è aria fritta. Altro che “Il momento del noi” come si sbandierava in campagna elettorale (e io lo ricordo benissimo), ora siamo lontani anni luce da quella propaganda. Non male se consideriamo che in questa Giunta c’è un Movimento che aveva fatto della democrazia diretta e della partecipazione collettiva i propri cardini.

 

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