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di Alessio Canu

In genere, i segreti nascondono informazioni sensibili o ad alto contenuto strategico per chi li vuole mantenere riservati. A volte si sono cifrati con dei codici per rendere complessa la loro traduzione e divulgazione. Ma che si vada a chiedere la secretazione di progetti su opere private pensavamo fosse una cosa dell’altro mondo. Ed esce fuori invece che per i progetti di eolico offshore la Poseidon (la società presentante i progetti) ha chiesto la secretazione di alcuni contenuti.[1] Ma quali?

Questi dati riguardano aspetti tecnici del progetto: dimensionamento delle pale, aspetti sull’impatto a livello di fauna marina e avifauna, stazione di trasformazione elettrica ecc. Come vedete non sono aspetti puramente tecnici o legati a segreti industriali. Sono aspetti puramente ambientali, sui quali sarebbe possibile fare eventuali opposizioni. L’obiettivo? Evitare proprio le opposizioni di comitati, singoli cittadini o Enti, in maniera da azzoppare tutto ciò che può giustamente sollevare obiezioni e favorire la proliferazione di impianti onshore.

Quale segreto industriale può rappresentare l’impatto sull’avifauna o fauna marina? O è l’ennesimo tentativo di silenziare la gente e metterla di fronte al fatto compiuto? Come sta accadendo in questi giorni a Uta, dove si abbattono boschi per la costruzione di impianti fotovoltaici, in barba al parere negativo della Sovrintendenza perché in oasi naturalistica.[2]

Ma nel 2025 è possibile attaccare la Sardegna, vista l’inazione e l’inutilità di una Giunta che non riesce ad elaborare un Bilancio e porta la Regione al quarto mese di esercizio provvisorio.[3] E l’ultima chicca potrebbe rappresentare sia il fallimento storico della politica sarda sul lavoro, sia la pietra tombale sul recupero ambientale del Sulcis. Forse la parola fine a questo scempio (anche se poi tutto sarà un salto nel buio) la metterà la questione decadenza, dove si aggiunge un ulteriore elemento: il Governo Nazionale si costituisce in giudizio contro la Presidente Todde.[4]

Il progetto europeo di identificazione a Portoscuso di un polo per il riciclo delle batterie al litio rappresenta infatti il più classico dei cavalli di troia che si introducono nella nostra Isola. Dopo che la Syder Alloys ha chiuso la produzione dello zinco (strategica e che avrebbe dato valore aggiunto all’industriale sulcitana), si sostituisce la produzione con l’accumulo di ferrivecchi da “riciclare” in cambio dei soliti quattro posti di lavoro a breve durata. Nella gioia complice del presidente della Portovesme Srl[5] e nell’indignazione del sindaco di Portoscuso.[6] Niente spiegazione su che fine faranno i residui del riciclo e della lavorazione delle batterie. Ho un suggerimento: sepolti. E via con la Terra Dei Fuochi e dei Veleni in salsa isolana.

[1] https://www.google.com/amp/s/www.unionesarda.it/news-sardegna/gallura/mega-pale-offshore-a-rischio-la-costa-e-i-canyon-dei-cetacei-g59knxa1%3famp=1

[2] https://www.facebook.com/share/v/18qb9YAgqo/ e https://www.facebook.com/share/p/1MvmsXwjWS/

[3] https://www.google.com/amp/s/www.ansa.it/amp/sardegna/notizie/2025/03/27/finanziaria-via-libera-al-quarto-mese-di-esercizio-provvisorio_3cfe834a-a28a-43b1-b517-54b8b180658f.html

[4] https://www.facebook.com/share/15iHsRHinC/

[5] https://www.videolina.it/articolo/tg/2025/03/26/portovesme_ok_dall_europa_al_litio_sar_un_hub_per_riciclo_di_batterie-78-1214548.html

[6] https://www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com/2025/03/il-sindaco-di-portoscuso-ignazio-atzori-ha-chiesto-al-mimit-e-alla-regione-sardegna-un-autorevole-energico-intervento-per-il-riavvio-della-produzione-di-pb-zn-alla-portovesme-srl/

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