di Ingrid Atzei

Luisa scrive per il blog di DSP Sardegna fin dal suo lancio avvenuto nel luglio di quest’anno. Ma la nostra è scrittrice da tempo e ha all’attivo due pubblicazioni di genere fiabesco.

Per il blog, tuttavia, ha curato e continuerà a curare il diario dal fronte dell’opposizione contro la speculazione energetica e di questo la ringraziamo perché si tratta di un contributo importante per mantenere alta l’attenzione su degli accadimenti di portata storica che segneranno, in un modo o nell’altro, le sorti della nostra isola.

Ho conosciuto Luisa qualche mese fa; ci siamo parlate al telefono e, immediatamente, mi ha trasmesso brio, dinamismo e intraprendenza. Insomma, mi è sembrata da subito una bella persona e, giorno dopo giorno, ho scoperto in lei una donna forte, animata da un grande senso dello humour, da profonda tenacia, da un cuore generoso e da un fare schietto.

Si appassiona questa lombarda minuta e materna che, pur provenendo da una piccola e nebbiosa cittadina, Castiglione d’Adda, ha imparato ad apprezzare prima gli uomini sardi, schivi chiusi e sovente di poche parole, sposandone due «uno dopo l’altro, ovviamente» – come sottolinea lei con la sua risata contagiosa – e poi la Sardegna tutta col suo cielo azzurro, il vento come costante e quel meraviglioso racchiudere in se stessa e, spesso in sequenza, climi assolutamente differenti tra loro.

Classe 1957, nella sua vita ha abbracciato nobili battaglie, schierandosi sempre contro le ingiustizie, senza mai il timore della prima linea. Oggi è impegnata nella lotta contro i faccendieri che hanno messo gli occhi sul sole e il vento sardo, mostrando occhi ipermetropi da un lato e miopi miopi fino alla cecità dall’altra parte, quando si tratta di rispettare le meraviglie paesaggistiche e culturali del nostro suolo.

Il suo impegno l’ha concretizzato, fin da subito, partecipando ai presidi al porto di Oristano, mai mancando alle riunioni dei presidianti, familiarizzando con tutti i comitati antispeculazione con i quali le è stato e le è possibile interagire, svolgendo interviste, creando collegamenti proficui tra attivisti e redigendo un puntualissimo diario che DSP si è impegnata a pubblicare affinché questo periodo storico fosse il più possibile documentato.

Abbiamo chiesto a Luisa perché si sia presa quest’impegno. «Perché ci sia la memoria storica della liberazione della Sardegna», ci ha risposto lei andando oltre il semplice reportage. Non solo, dunque, descrivere e ricordare i fatti, le iniziative, le lotte in punta di diritto ma la cronistoria di una liberazione sulla quale non nutre dubbi. Anche per questo, quando le abbiamo chiesto cosa abbiano significato per lei questi mesi appena trascorsi assieme a tutti i presidianti con i quali ha interagito e con i quali ha stabilito profondi legami affettivi e d’amicizia, lei ci ha risposto: «Mi sento in DOVERE di difendere il posto dove abito; avrei fatto lo stesso in un altro posto». E aggiunge gratificata: «Credo sia lo stesso per i miei compagni di lotta».

Trascorsi questi primi 100 giorni, ha solo un dispiacere la nostra Luisa ovvero che «qualche esibizionista stia utilizzando la visibilità derivante dalle iniziative messe in campo contro la speculazione come trampolino». Può capitare, certo, ma siamo tutti convinti che tanti altri non siano mossi dal medesimo arrivismo e per questo la nostra “reporter” continuerà ad aggiornarci e a difendere la Sardegna assieme a tutti i Sardi che hanno ben compreso le mire piratesche degli speculatori giunti da ogni dove per depredarci.

Come regalo per i nostri lettori e per tutti coloro che non intendono permettere che l’assalto alla nostra bella isola si compia Luisa ha pensato di racchiudere in un pdf una versione arricchita del suo diario. Lo trovate qui Diario della Resistenza(-)-30. Scaricatelo, leggetelo e diffondetelo.

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