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di Luisa Cighetti

Intervista ad Alessandro Sorgia, consigliere regionale (ex Lega e oggi Gruppo misto) che, unico tra i colleghi, ha espresso voto contrario alla Legge 15/A – il provvedimento, approvato dalla Giunta, con il quale s’intenderebbe vietare la realizzazione di nuovi impianti da rinnovabili per 18 mesi -. Gli abbiamo chiesto di motivarci le criticità che ha rilevato.

Perché è convinto che la soluzione al problema dello sfruttamento del nostro territorio stia nella Legge Urbanistica? E se è davvero così semplice risolvere la questione, cosa impedisce di risolverla immediatamente?

L’art. 3 lettera f del nostro Statuto, sottolinea che la Regione ha potestà legislativa in materia edilizia e urbanistica. La legge urbanistica è l’unica soluzione alla speculazione energetica. La giunta è insediata dal 9 aprile scorso; hanno avuto il tempo necessario per intervenire. Evidentemente, hanno ritenuto di dover dare priorità al poltronificio. Mi occuperò personalmente della legge urbanistica con un team di tecnici ed esperti pronti a collaborare per garantire ai Sardi e alla Sardegna un provvedimento forte ed efficace.

Se è vero che si stanno trasformando i nostri territori da rurali in industriali è altrettanto vero che il Decreto Draghi stabilisce il preminente interesse dello Stato in materia energetica, dunque come si pone la sua posizione rispetto a tale perdita di sovranità? Ovvero, in che modo una legge regionale potrebbe rendere inefficace il Decreto?

Come ho detto, come Regione Sardegna abbiamo potestà legislativa in materia edilizia e urbanistica. Abbiamo l’occasione di far valere il nostro Statuto di fronte a interessi contrastanti. Non sarà un decreto a decidere ciò che possiamo o non possiamo fare nella nostra terra. Poniamo noi le regole, i limiti; è il momento di dare un forte segnale.

Il Decreto Draghi non prevede moratorie, La governatrice Todde dovrebbe saperlo benissimo visto che faceva parte del governo Draghi, quindi la domanda è: perché fare una moratoria inapplicabile?

La Presidente Todde ha preferito approvare in fretta e furia una moratoria debole e inefficace, al fine di far trasparire, all’esterno, prontezza e tutela dell’interesse dei Sardi. Eravamo tutti consapevoli, lei in primis, che questo provvedimento fosse mera propaganda spacciata per orgoglio sardo.

Dal Porto di Oristano stanno uscendo, da lunedì notte 15 luglio, convogli carichi di pezzi per impianti eolici. Il Prefetto di Oristano, durante un vertice in Prefettura (cfr https://www.comune.oristano.it/it/novita/news/Eolico-Vertice-in-Prefettura-sui-movimenti-di-protesta-al-Porto-Industriale-di-Oristano/ ), ha dichiarato che quei pezzi sono per ampliamenti di cantieri già avviati. L’Unione Sarda del 18 luglio ha pubblicato che, invece, sono destinati a nuovi cantieri. La moratoria dice che vanno sospesi i lavori di tutti i cantieri, compresi quelli già avviati. Perché, dunque, continuano ad uscire i convogli?

I convogli continuano ad uscire proprio perché la moratoria riguarderebbe esclusivamente i progetti futuri non ancora autorizzati. I progetti autorizzati non possono essere fermati perché la Regione incorrerebbe in penali. È inconcepibile che abbiano preso in giro i Sardi, facendo passare per revamping[1] di siti precedenti, la costruzione di nuovi impianti. Dobbiamo essere chiari con i cittadini, soprattutto davanti alla più grande colonizzazione della nostra terra.

 

[1] Rinnovamento.

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