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di Luisa Cighetti

Ieri, sabato 26 ottobre, sorvolavamo virtualmente un cielo plumbeo che, di qua e di là, minacciava pioggia sulla Sardegna tutta, impegnata tra manifestazioni contro la speculazione energetica, i cortei per la pace e i fermenti suscitati da un post del Coordinamento Gallura in merito al no di cinque capigruppo all’iter d’urgenza per la Pratobello ’24 in Consiglio Regionale.

Ad un certo momento, il nostro sorvolo si trovava a transitare su Orgosolo, ormai diventata capitale della Resistenza, e adocchiava una segnaletica mai vista prima. Così decidevamo d’indagare, sfrecciavamo in picchiata verso il suolo che diede i natali ai fieri orgolesi del 1969 e scoprivamo che il primo cittadino, Pasquale Mereu, pure primo condottiero nonché governatore de facto, lanciava proprio in quegli istanti una provocazione, ovvero faceva apporre agli ingressi del paese, per l’appunto, una nuova segnaletica. D’ora in avanti, perciò, i nuovi cartelli che ci troveremo davanti entrando nel paese riporteranno:

  • la scritta “Area non idonea“,
  • il disegno di una pala
  • e il numero della delibera del 27 settembre scorso con la quale già si ufficializzava l’iniziativa.

Noi troviamo l’idea di Pasquale Mereu oltre che intelligente ed ammirevole anche profondamente simbolica poiché ha deciso di apporre la nuova segnaletica nell’ultimo sabato di ottobre, giorno in cui convenzionalmente si transita dall’ora legale all’ora solare. Dunque il messaggio ulteriore del gesto potrebbe essere quello di non credere che terminando “il tempo legale” s’ingoi con disinvoltura il DDL 45, quello sulle aree idonee appunto – perché lo sappiamo tutti che è ignobile scippare la terra ai Sardi – e che, piuttosto, con l’ora solare si giunga ad illuminare la fragile abilità retinica degli occhi di coloro che si dimostrano ciechi alla bellezza, alle peculiarità e alla sovranità della Sardegna.

Auspichiamo, pertanto, che il gesto di Pasquale Mereu venga copiato da tutti i sindaci della Sardegna.

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