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di Michele Carta

Il componimento che segue è dedicato a tutti coloro che, in maniera più o meno inconsapevole, fanno il gioco dei mondialisti: protestano e protestano ma, in realtà, guardano al particolare accettando che il generale li sovrasti. Così lottano per non far impiantare pale eoliche sul suolo sardo ma credono che i nostri mali dipendano dal fatto che ci comportiamo in maniera poco green. Quindi, stringi stringi, la colpa è nostra che siamo poco accorti ma su chi spinge l’acceleratore sulla guerra non ricade responsabilità alcuna. E costoro stanno seduti nell’UE e negli scrannetti ormai sfondati della NATO. Questo componimento vuole essere un invito a riflettere su una protesta che, impostata così com’è, sembra non avere come obiettivo un reale cambiamento.

Sa protesta senza cambiamentu

Sos de Pratobello sunt occupande in sa Regione

chircande de si che pigare sa zusta arresone,

narant chi sa Regione tenet gurpa de tottu

tenent sa lezze Pratobello ma no la ponent in mottu.

Ma deo mi dimando cun seria attenzione:

Est tottu gurpa de sa regione?

Pro ite sezis lottande cun tanta indignazione?

Tenides un’idea sotziale alternativa o solu bos interessat custa chistione?

Volide su cambiamentu

solu pro custa chistione de su ventu?

O at esser ora de cambiare posizione

e in sa protesta abbandonare sa mondializzazione?

Medas mi paret de sos chi protestan no cherzant reale trasformassione,

finiu custu eolicu problema si torrat cun custa politica a fagher cumone.

Protestande como ibbia

poi torramos tottus a sa ortodossa ideologia.

Est pro bois s’ideologia globalista su zustu Sistema

e finida sa protesta si torret a cussu ischema?

Tottus impare sas femminas protestande in via Roma a manu tenta

ma nessunu in que protestat contra s’agenda venti trenta?

No bolimos custa mala istranza invasione

ma cherimos sa virde transizione?

Ite cheret narrere custu modu de arresonare permissivu?

Cummente a narrere no m’agradat sa morte ma no bozzo mancu abbarrare vivu?

Non bozzo sa gherra ma no cherzo sa paghe

solu su chi mi piaghe?

S’ideologia deppet esser cambiada senza esitassione:

foras de Sardigna cada idea de globalizzazione!

Est a che accabbare cun su fintu femminismu e cun sa genderizzazione

cun su parizzu de bilanciu e cun sa preditta transizione

cun sa UE e cun sa NATO e cun cada gherra

E su mondialismu depet isparire de custa sarda terra.

Si est protesta chi siat contra custa organizzassione mondialista sotziale

sinono a pagu servit a protestare ebbia contra custu eolicu male

si sa medighina chi arrechedes

ti sanat a conca e ti guastat in pedes.

S’ideologia mondialista depet ispacciare in noghe

e chi ancu mai prus si nde intendat sa voghe.

Gasi at essere una zusta protesta

contro custa ideologia mondialista chi est pro sa Sardigna una pesta.

 

La protesta senza cambiamento

Quelli di Pratobello stanno occupando la Regione

cercando di avere la giusta ragione.

Dicon che la Regione ha la colpa in toto

ha la legge ma non la mette in moto.

Ma io mi domando con seria attenzione:

E solo colpa della Regione?

Per che cosa lottate con tanta indignazione?

Avete un’idea sociale alternativa o solo vi interessa questa questione?

Volete il cambiamento

solo per questa questione del vento?

O sarà ora di cambiare posizione

e nella protesta abbandonare la mondializzazione?

Molti tra chi protestan mi sembra non voglian una reale trasformazione;

finito questo eolico problema si ritorna con la politica a fare unione.

Protestando ora solo per questa via

poi ritorniamo tutti all’ortodossa ideologia.

Per voi è l’ideologia globalista il giusto Sistema

e finita la protesta si torna al vecchio schema?

Tutte insieme in via Roma le donne protestano contro l’invasione cruenta

ma nessuno lì protesta contro l’agenda venti trenta?

Non vogliamo questa invasione

ma vogliamo il green come transizione?

Cosa vuol dire questo modo di protestare permissivo?

Come a dire non mi pace la morte ma non voglio manco restar vivo?

Non voglio la guerra ma non voglio manco la pace,

solo ciò che mi piace?

L’ideologia deve essere cambiata senza esitazione:

fuori dalla Sardegna ogni idea di globalizzazione!

Bisogna finirla con il finto femminismo e con la genderizzazione

con il pareggio di bilancio e con la predetta transizione,

con la Ue e con la Nato e con qualsiasi guerra

e il mondialismo deve sparire da questa sarda terra.

Se dev’essere protesta, che sia contro questa organizzazione mondialista sociale

se no a poco serve protestare solo contro questo eolico male;

se la medicina di cui si richiede

ti cura la testa e ti rovina un piede.

L’ideologia mondialista deve da qui sparire velocemente

e che mai più a nessuno torni in mente.

Così sarà una giusta protesta

contro questa ideologia mondialista che tutta la Sardegna impesta.

 

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