di Luisa Cighetti

Martedì 31 dicembre, esattamente l’ultimo dell’anno, l’ufficio regionale del referendum (composto da 4 magistrati nominati dalla Todde) boccia il quesito referendario presentato dal Comitato Referendario per il No a metà settembre. C’è poco da cercare giustificazioni; è sempre più evidente il preciso volere dell’attuale amministrazione regionale di voler affossare qualsiasi  iniziativa popolare volta ad impedire la devastazione dell’Isola: la legge Pratobello ’24 prima, il quesito referendario ora.

La Sardegna, in quella giornata, s’era già svegliata male scoprendo che una nave proveniente da Algeri era arrivata in mattinata ad Oristano con un altro carico di gigantesche pale eoliche che non si comprendeva bene destinate a quale sito, probabilmente dirette a Villacidro.

Perciò l’anno non s’era concluso proprio nel modo più auspicabile. Proprio in conseguenza di ciò, mercoledì 1 gennaio, dopo l’ennesimo schiaffo ricevuto dalla Regione con la bocciatura del quesito referendario proposto dal Comitato Referendario per il No, tra i comitati che ruotano attorno alla proposta referendaria si programmano nuove azioni di lotta. La prima è organizzata per il giorno dell’Epifania: presidio pomeridiano al Porto di Oristano.

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