di Valentino Valentino

Secondo quanto riferito alla redazione di Olbia.it,[1] C.A. (olbiese di 34 che convive con gravi patologie neurologiche) ha vissuto una giornata al limite della tragedia e dell’esasperazione: l’uomo, a causa di un ascensore rotto, è stato costretto a scalare tre rampe di gradini per non perdere un treno-salvavita!

Ma procediamo con ordine.

La tratta Olbia- Chilivani, attualmente servita dai pullman sostitutivi a causa di lavori in corso sulla linea ferroviaria, rappresentava solo l’inizio delle difficoltà che avrebbero atteso C.A. nel tentativo di raggiungere Sassari per le cure necessarie. La vicenda assume contorni ancor più gravi alla luce di un apparente incongruenza nelle informazioni ufficiali: mentre il sito di RFI (Rete Ferroviaria Italiana) segnalava come inaccessibili i binari 2 e 3 per lavori in corso, il passeggero avrebbe trovato inutilizzabile l’ascensore del binario 4, una discrepanza che solleverebbe interrogativi sul sistema comunicativo delle criticità.

«Gli ascensori erano completamente fuori servizio; l’accesso era anche sbarrato da tavole di legno», ha dichiarato il passeggero descrivendo la disavventura. Inoltre, la sua condizione di salute ha reso ogni gradino “scalato” potenzialmente pericoloso.
«Ogni passo sulle scale è una sfida che mette a rischio la mia incolumità», ha aggiunto, raccontando il tentativo di superare le tre rampe di scale che separavano i binari.
Particolarmente grave e significativa sarebbe stata, secondo quanto riferito, l’assenza di qualsivoglia cartellonistica o avviso nella stazione di Olbia – Terranova che segnalasse il disservizio. Riflettiamo sul fatto che, nonostante il sito web di RFI offra un servizio di monitoraggio dello stato degli ascensori, non può essere considerato responsabilità del passeggero verificare preventivamente online la funzionalità delle strutture, soprattutto in assenza di adeguata segnaletica sul posto.

«Benché io cerchi, per quanto possibile, di camminare e nonostante fossi già accompagnato da una persona, ho dovuto chiedere aiuto ad altri passeggeri per non cadere dalle scale e perdere quel treno che mi avrebbe portato a Sassari per ritirare dei farmaci di vitale importanza», ha continuato nel suo racconto.

Stando alla testimonianza di C. A., la situazione si sarebbe ripetuta nel viaggio di ritorno: il treno delle 11:24, già in ritardo sulla tabella, avrebbe costretto il passeggero a ripetere lo stesso percorso, con le forze già provate dal viaggio di andata e dal tragitto verso le strutture sanitarie.

Il deplorevole episodio solleva interrogativi non solo sulla gestione delle infrastrutture ma, soprattutto, sul diritto alla mobilità delle persone malate e/o con disabilità in Sardegna. In una Regione dove il trasporto ferroviario rappresenta l’unica scelta per raggiungere i centri sanitari, la garanzia di accessibilità e una comunicazione tempestiva divengono elementi imprescindibili del servizio.

Auspichiamo che questo episodio aiuti a migliorare il servizio e il rapporto di RFI con i viaggiatori così che l’offerta del vettore ferroviario possa divenire più equa, umana ed efficiente.

[1] Qui l’articolo di Patrizia Anziani dal quale ho tratto i contenuti: https://www.olbia.it/ascensore-rotto-olbiese-disabile-costretto-a-scalare-tre-rampe-per-non-perdere-il-treno-salvavita

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