di Romolo Vilx

Quando si parla di miglioramento della qualità di vita dei disabili si oscilla tra le proposte banali e quelle del tipo “e chi ne ha mai sentito parlare?”

Le prime proposte sono quelle ad usum delphini, fatte durante il periodo elettorale, per esempio, o per chiedere finanziamenti. Di solito, infarcite di locuzioni politicamente corrette e drammaticamente insignificanti sul piano reale come diversamente abili. Come se la disabilità fosse qualcosa da nascondere dietro terminologie di facciata che non aggiungono nulla ad una condizione esistenziale che richiede pragmatismo non un linguaggio figurato a parte e che non ha come effetto di smaterializzare la disabilità stessa.

Le seconde soluzioni sono quelle proposte da chi la disabilità la conosce e la vive davvero. Io faccio parte di questa seconda categoria e, allora, grato di poter finalmente condividere qualche proposta non banale, vorrei parlarvi delle sedute ischiatiche.

Tali appoggi sono un sistema di semiseduta che può assumere diverse forme e dimensioni e che consente a persone con specifici problemi alle anche, problemi di deambulazione, anziani in genere, persone che utilizzano le stampelle, donne incinta e coloro che hanno problemi di natura cardiaca di potersi riposare mentre sostano in attesa dell’arrivo di un mezzo di trasporto pubblico o si rilassano in un parco. Rispetto ai comuni sistemi di seduta, quali panchine e sedili, la dimensione del piano di appoggio è ridotta e questo ne permette l’installazione in spazi di limitate dimensioni. Appoggiare il bacino – l’ischio appunto – in posizione semiseduta, ad un’altezza di circa 65 cm, consente di scaricare parzialmente il peso del corpo e di ricavarne un beneficio, nella fattispecie una riduzione dell’affaticamento, durante lo stazionamento in situazioni di attesa temporanee.

Per tutte queste ragioni, avrei una proposta che rivolgo sia ai partiti sensibili al tema che alle pubbliche amministrazioni che intendano stanziare dei fondi per un allestimento delle aree pubbliche più inclusivo e funzionale: perché, in alternativa alle panchine, non optare per gli appoggi ischiatici? E perché, visto che ci siamo, non prevedere, accanto alle tradizionali, l’installazione delle panchine per carrozzati? Sono sicuro che tanti, come me, troverebbero queste iniziative preziose per un fattivo miglioramento delle qualità di vita in contesti non domestici.

 

Un pensiero su “Per i fruitori disabili delle aree urbane ho una proposta… anzi due”
  1. Interessante proposta, sarebbe bello completare l’arredo urbano con questo livello di attrezzature pubbliche, purtroppo fa più effetto il carnevale estivo, il concerto di Gigi D’Alessio o l’ennesima pista ciclabile fintamente Green.

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