Per gentile concessione del Professor Paolo Bellavite, articolo ripreso dalla sua pagina Facebook.
L’epatite B è una malattia infettiva, causata da un virus (HBV) della famiglia Hepadnaviridae, che colpisce il fegato. Il vaccino anti-epatite B è efficace per la prevenzione dell’epatite B NEI SOGGETTI ESPOSTI, ma le stime sulla efficacia della vaccinazione universale sono incerte. La figura dimostra che l’incidenza dell’epatite era in rapida discesa prima dell’introduzione dell’obbligo vaccinale imposto dal corrotto ministro De Lorenzo (1992), senza che tale obbligo abbia avuto visibili effetti sul trend generale. La riduzione di incidenza della epatite è dovuta probabilmente alle vaccinazioni (nei soggetti a rischio come lavoratori dei laboratori e omosessuali), ma soprattutto ai migliori controlli sulle trasfusioni di sangue nonché alle misure di prevenzione del contagio sessuale, molto più “stringenti” a seguito della diffusione del virus HIV negli stessi anni ’80 e ‘90. Men che meno si può osservare un effetto dell’obbligo lorenziniano sulla malattia in età pediatrica.
- Il vaccino anti-epatite B è efficace per la prevenzione dell’epatite B NEI SOGGETTI ESPOSTI, ma le stime sulla efficacia della vaccinazione universale sono incerte. L’incidenza dell’epatite era in rapida discesa prima dell’introduzione dell’obbligo vaccinale imposto dal corrotto ministro De Lorenzo (1992) , senza che tale obbligo abbia avuto visibili effetti sul trend generale. Men che meno si può osservare un effetto dell’obbligo lorenziniano sulla malattia in età pediatrica. In parole povere, il vaccino è stato imposto ai bambini dalla Lorenzin (con firma di Mattarella e dichiarato cedimento agli “obblighi internazionali”, fatto incredibile e inconcepibile) senza la minima prova che potesse funzionare.
- La malattia è di carattere endemico (NON PROVOCA EPIDEMIE) e la trasmissione avviene tramite esposizione a sangue infetto (trasfusioni o tossicodipendenze) o a fluidi corporei come sperma e liquidi vaginali. Un bambino, anche nel rarissimo e praticamente inesistente caso si ammalasse di epatite B, non avrebbe alcun modo di trasmettere il virus agli altri bambini. Non potendo infettare gli altri, la vaccinazione obbligatoria di un bambino non ha alcuna rilevanza per la salute della collettività, unico argomento eventualmente considerabile ai sensi dell’articolo 32.
- Escludendo gli studi fatti su soggetti a rischio di epatite B, il vaccino contro l’epatite B non ha mostrato un effetto sul rischio di sviluppare positività agli antigeni virali. In ogni caso, non esiste allo stato attuale un’emergenza di sanità pubblica che giustifichi il ricorso alla vaccinazione obbligatoria in età infantile.
- Il vaccino anti-epatite B ha tutti i rischi dell’alluminio (trattati a parte) cui si aggiungono rischi particolari di malattie autoimmuni, molto maggiori rispetto agli altri vaccini. L’analisi del database VAERS (sorveglianza passiva USA) ha identificato 5 eventi avversi autoimmuni (sclerosi multipla, mielite, poliartrite, artrite reumatoide e lupus eritematoso sistemico) associati al vaccino anti-epatite Engerix-B. Il tasso di segnalazione proporzionale (PRR) calcola la proporzione di un evento avverso specifico per un vaccino di interesse in cui il comparatore è costituito da tutti gli altri vaccini presenti nel database VAERS. Per il vaccino anti-epatite B, la sclerosi multipla ha un PRR di 15,77 cioè il rischio di contrarre questa malattia è 15 volte maggiore che con gli altri vaccini. Per la psoriasi il PRR è 5,29, per l’artrite reumatoide 4,18, per il Lupus eritematoso 4,14.
- La vaccinazione obbligatoria anti-epatite B di bambini sani di pochi mesi è un abominio perché impone un rischio di eventi avversi mentre i bambini non hanno alcun rischio di contrarre l’epatite B (a meno che in famiglia vi siano persone sieropositive, nel qual caso si potrebbe configurare una eventuale vaccinazione selettiva e volontaria). Inoltre la malattia oggi si cura con interferoni e antivirali.
- E’ assurdo e ingiusto che sia ancora in vigore un obbligo voluto da un ministro della Repubblica nel 1991, sapendo benissimo che a “convincerlo”, nonostante l’assenza di sufficienti sperimentazioni, fu una tangente da 600 milioni di lire pagata dalla Glaxo SmithKline, unica azienda produttrice del vaccino. Un esempio di come la politica si è piegata agli affari e di come i moralizzatori che stanno nelle alte stanze del potere non abbiano fatto alcunché per sanare questa piaga inferta nella carne del popolo italiano.
Il professor Paolo Bellavite, si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1976 presso l’Università di Trieste. Si è specializzato in Ematologia, ha ottenuto un Master in Biotecnologie dalla Cranfield University (UK) e il diploma di perfezionamento in Statistica Sanitaria e Epidemiologia. Dal 1984 è stato professore di Patologia Generale presso l’Università di Verona (I), dal giugno 2017 è in pensione ma continua a svolgere ricerca come cultore della materia. Insegna all’università Ngozi (Burundi) come cooperante. Lui e il suo gruppo hanno sviluppato la ricerca sugli aspetti molecolari, cellulari e farmacologici dell’infiammazione, con particolare riferimento ai granulociti e macrofagi, formazione di radicali liberi e loro tossicità, funzione e patologia piastrinica e sua regolazione. Ha anche sviluppato studi su epistemologia, storia della medicina, ricerca scientifica in medicina complementare, effetti dei composti naturali sui sistemi biologici, farmacologia delle alte diluizioni (omeopatia scientifica), sistemi complessi, vaccinazioni, bioetica. E’ autore di oltre 250 pubblicazioni scientifiche, oltre 150 delle quali sono citate nella banca dati PubMed, e diversi libri.