Per gentile concessione del Professor Paolo Bellavite, articolo ripreso dalla sua pagina Facebook.

  1. La vaccinazione antidifterica è fatta con la tossina inattivata (tossoide), per cui l’immunità fornita dalla vaccinazione è contro la tossina, non contro il batterio. Di conseguenza, le persone vaccinate sono protette dalle conseguenze gravi della malattia, se contratta, non dall’infezione. Il vaccino antidifterico protegge chi si vaccina ma non gli altri. Neanche l’ombra di un effetto gregge (unica eventuale ragione per eventuale obbligo secondo art. 32 Costituzione).
  2. L’agente microbico, Corynebacterium diphteriae provoca un’infezione orofaringea ma solo alcuni ceppi producono la tossina; in condizioni normali di salute, è probabile che l’agente batterico sia eliminato dai leucociti (anche senza immunità vaccinale, che interessa solo la tossina) e dagli antibiotici. La difterite è rarissima o inesistente (poche migliaia di casi in tutto il mondo, nessun caso in Italia dal 1996).
  3. La difterite è stata sconfitta dall’igiene e dagli antibiotici e non dai vaccini. La prima prova è che la vaccinazione universale è stata introdotta nel 1939 quando la curva epidemiologica era già in forte discesa e non è stata alterata dal vaccino. In quegli anni è iniziato anche il largo uso di antibiotici per curare le infezioni delle vie aeree. Anche l’igiene orale e la scolarizzazione hanno avuto certamente la loro importanza.
  4. La seconda prova è che nel corso degli ultimi decenni sono diminuite fino a quasi scomparire anche le infezioni causate da Corynebacterium diphteriae che non producono la tossina. Poiché la vaccinazione si fa con la tossina e non con il batterio, la scomparsa di TUTTI i ceppi di Corinebatteri non può essere attribuita alla vaccinazione.
  5. La terza prova è che la protezione conferita dal vaccino antidifterico diminuisce negli anni e oggi almeno metà della popolazione non ha alcuna immunità verso la difterite, eppure non vi sono casi di malattia. Per un bambino italiano non vaccinato il rischio di contrarre la difterite è inferiore al rischio di reazioni avverse gravi causate dal vaccino (in realtà non si conosce il rischio del vaccino difterico da solo, perché è sempre fatto assieme ad altri).
  6. Un eventuale obbligo di vaccinazione aveva forse una motivazione molti decenni fa a causa della reale presenza della malattia nella popolazione (prima della seconda guerra mondiale e dell’introduzione degli antibiotici), della scarsa igiene e diffusa ignoranza della popolazione. Secondo la sentenza 5 del 2018 della corte Costituzionale l’obbligo lorenziniano andrebbe rivisto per TUTTI i 10 vaccini in base all’andamento epidemiologico. Mattarella dove sei?
  7. Chi sostiene ancor oggi l’obbligo di vaccinazione antidifterica è un ignorante o è in malafede.

Nota storica. Alla vaccinazione antidifterica è legata la strage di Gruaro (Veneto orientale) del 1933, che va conosciuta se non altro per rendere memoria alle vittime innocenti. Un nuovo prodotto, sperimentale e male inattivato dal laboratorio, fu inoculato a 253 bambini dai tredici mesi agli otto anni e ben 28 morirono nei giorni seguenti. Non risulta alcuna indagine giudiziaria avviata per accertare le responsabilità.

 

Il professor Paolo Bellavite, si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1976 presso l’Università di Trieste. Si è specializzato in Ematologia, ha ottenuto un Master in Biotecnologie dalla Cranfield University (UK) e il diploma di perfezionamento in Statistica Sanitaria e Epidemiologia. Dal 1984 è stato professore di Patologia Generale presso l’Università di Verona (I), dal giugno 2017 è in pensione ma continua a svolgere ricerca come cultore della materia. Insegna all’università Ngozi (Burundi) come cooperante. Lui e il suo gruppo hanno sviluppato la ricerca sugli aspetti molecolari, cellulari e farmacologici dell’infiammazione, con particolare riferimento ai granulociti e macrofagi, formazione di radicali liberi e loro tossicità, funzione e patologia piastrinica e sua regolazione. Ha anche sviluppato studi su epistemologia, storia della medicina, ricerca scientifica in medicina complementare, effetti dei composti naturali sui sistemi biologici, farmacologia delle alte diluizioni (omeopatia scientifica), sistemi complessi, vaccinazioni, bioetica. E’ autore di oltre 250 pubblicazioni scientifiche, oltre 150 delle quali sono citate nella banca dati PubMed, e diversi libri.

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