La Sardegna sta per essere travolta dall’avvio di progetti per l’installazione massiva di migliaia di torri eoliche e di pannelli fotovoltaici, che potrebbero arrivare a coprire decine di migliaia di ettari di suolo sardo. Le conseguenze sull’ambiente saranno irrimediabilmente distruttive con la cancellazione non solo dei valori del territorio dell’Isola, ma anche della nostra storia millenaria, della nostra cultura e delle nostre tradizioni.
L’esecutivo guidato da Mario Draghi, con il decreto Semplificazioni di novembre 2021 e con il decreto Aiuti di marzo 2022, ha avocato al governo la possibilità di rilasciare le concessioni per i grossi impianti di parchi eolici e fotovoltaici, in barba a ogni esame delle ripercussioni sull’ecosistema.
Con questi decreti, infatti, la Valutazione Ambientale Strategica (VAS), e ancor di più la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), sono svuotate di importanza, laddove un presunto interesse nazionale scelto con assoluto arbitrio è considerato primario, rispetto a ogni altra considerazione.
Qualsiasi regolazione a livello nazionale o europeo, dalla Convenzione Europea del Paesaggio, al decreto legislativo n. 42/2004 cd. “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” e, a cascata, il Piano Paesaggistico Regionale (PPR) (un lavoro preziosissimo di individuazione, catalogazione e tutela di tutte le specifiche caratteristiche paesaggistiche presenti nell’Isola), ogni norma tesa a garantire il rispetto e la salvaguardia dell’ambiente e ancor più del paesaggio, come dimensione necessaria al benessere psicofisico dell’essere umano: tutto questo è reso inutile da una decretazione rivelatasi sempre più eversiva.
Ad oggi, tra le varie iniziative messe in piedi da più parti, come DSP Sardegna segnaliamo e appoggiamo la Proposta di legge di iniziativa popolare, avanzata dal sindaco di Orgosolo e appoggiata da altri sindaci, volta a presentare una nuova Legge Urbanistica. Questo è conforme alla potestà regionale primaria in materia legislativa, così come garantito dall’articolo 3, lettera f), dello Statuto Speciale della Regione Autonoma della Sardegna. È possibile in questo modo vincolare e tutelare i territori oggetto di questa scellerata speculazione.
Appoggiamo inoltre il Referendum Consultivo del Comitato sardo per il NO alla speculazione energetica, che ha l’obiettivo di far esprimere il Popolo Sardo se è d’accordo oppure NO con la distruzione della Sardegna.
L’opinione della popolazione è infatti prevista dalle norme della Convenzione Europea del Paesaggio e dalla Convenzione di Aarhus, che subordinano a una consultazione popolare l’avvio di grossi progetti che abbiano un impatto ambientale irrimediabile.
A questo fine:
DSP Sardegna chiede che la Presidente della Regione Autonoma della Sardegna, Alessandra Todde, si avvalga dell’art. 51 dello Statuto Speciale, che permette alla Regione di impugnare leggi nazionali che siano lesive degli interessi economici dell’Isola;
DSP Sardegna chiede che la Presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde si faccia promotrice con il governo nazionale, presieduto da Giorgia Meloni, della richiesta di ritiro delle concessioni emesse per i lavori di impianto delle torri eoliche e dei pannelli fotovoltaici (il governo nazionale è l’unico organo che ha il potere di bloccare immediatamente lo scempio previsto);
DSP Sardegna chiede ai consiglieri regionali, di maggioranza e di opposizione, di schierarsi dalla parte del Popolo Sardo, di presentare immediatamente una nuova legge urbanistica d’urgenza, che abbia il potere di vincolare la parte di territorio Sardo oggetto di speculazione energetica;
DSP Sardegna chiede ai consiglieri regionali, di maggioranza e di opposizione, di coinvolgere i segretari nazionali dei loro partiti di riferimento, per presentare in Parlamento richieste al governo nazionale volte al blocco immediato dei progetti avviati e dei progetti in fase di avvio;
DSP Sardegna chiede di conoscere quali siano stati i criteri con i quali si è deciso di attribuire alla Sardegna la produzione di 6,2 Gigawatt di energia da Fonti Energetiche Rinnovabili (FER), alla pari con l’Emilia Romagna e molto più di altre 15 regioni, che hanno una popolazione e un’industrializzazione maggiore;
DSP Sardegna chiede come sia possibile che, con l’attuale capacità di trasportare energia tramite il collegamento SA.CO.I.3. inferiore ad 1 Gigawatt, si possa pensare di produrre 6,2 Gigawatt di energia da FER?
Anche con l’eventuale costruzione di un ulteriore cavo, il Tyrrenian Link, oggetto anch’esso di numerose proteste, che porterebbe la capacità di trasportare energia ad un massimo di 4 Gigawatt, la produzione attribuita alla Sardegna sarebbe di oltre 2 Gigawatt in più rispetto alle necessità dell’Isola e alla capacità di cessione e trasporto.
DSP Sardegna pretende il rispetto della sovranità del Popolo Sardo, stanco di essere una colonia all’interno della colonia Italia.
Come DSP Sardegna, ci uniamo a chiunque combatta affinché l’Isola non sia più considerata terra di conquista da parte del governo centrale e delle multinazionali, una terra che dal dopoguerra ad oggi è stata oggetto di sfruttamento a fini militari e di installazioni di industrie fallimentari, che hanno lasciato solo degrado, disoccupazione e inquinamento. Respingere la colonizzazione irreversibile del paesaggio e dell’economia è per noi un punto di svolta per costruire un altro futuro per noi e per le generazioni a venire.
Pino Cabras dirigente DSP – Nicola Sanna coordinatore regionale – Claudio Loria vicecoordinatore regionale – Ingrid Atzei presidente sezione Cagliari – Antonio Sanna presidente sezione Oristano – Annibale Serra presidente sezione Olbia
Democrazia Sovrana e Popolare
Sardegna
[…] Come Democrazia Sovrana e Popolare Sardegna, abbiamo già espresso la nostra posizione politica a riguardo e non arretriamo di un millimetro https://www.democraziasovranapopolaresardegna.it/posizione-politica-dsp-sardegna-sulla-difesa-del-no… […]