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di Ingrid Atzei

«Dobbiamo essere tutti avvocati.» Con queste parole l’avvocato Michele Pala, promotore del referendum contro lo sfruttamento industriale della Sardegna in nome dell’ecologismo di facciata – nel dicembre scorso, ritenuto illegittimo dalla Corte d’Appello poiché confliggente con l’interesse preminente dello Stato in materia energetica – ha concluso il proprio appassionato intervento di questo pomeriggio presso il Porto di Oristano.

L’intervento si è tenuto entro la cornice della manifestazione organizzata da Nicoletta Fadda e Luigi Salis del comitato Ajò Stop Devastazione con il titolo provocatorio di Facciamo un regalo agli speculatori: carichiamoli di carbone.

Per tornare alle parole dell’avvocato Pala, essere avvocati significa “chiamare in difesa” e il popolo sardo tutto è chiamato, ora più che mai, in difesa della propria terra che né le 211.000 firme per la proposta di legge Pratobello ’24 né le 20.000 firme raccolte per la richiesta di referendum sembrerebbero essere riuscite a levare dalle grinfie degli speculatori dello pseudo-green.

L’evento è stato importante per riunire le diverse voci che in tutto il periodo scorso – e che certamente non mancheranno in futuro – si sono spese per dimostrare l’attaccamento alla e il desiderio di difesa della propria terra natìa.

In una bella domenica di gennaio, vigilia dell’Epifania, almeno 150 partecipanti hanno deciso di essere presenti all’incontro, ribadendo con bandiere, striscioni, interventi, loghi su felpe e cappellini, spille, ascolto attento ed applausi che la Sardegna non è una terra di conquista. Non è nemmeno terra da inquinare impunemente come vorrebbe la falsa ideologia green attualmente imperante e lo ha sottolineato con vigore Valter Erriu di Sa defenza. Ma neppure è una terra che possa concedere agli speculatori di sciuparne la propria millenaria e tipica identità, come ha evidenziato Pino Cabras – nel direttivo di Democrazia Sovrana Popolare – che già nella propria carriera di parlamentare non ha mancato di difendere l’Isola con interventi ancora oggi attualissimi e puntuali.

     

La Sardegna è, piuttosto, una terra piena di bellezza dal punto di vista storico, culturale, paesaggistico ed avi-fauno-floristico. Questo è stato uno dei passaggi più emozionanti dell’intenso intervento di Nicola Sanna, coordinatore regionale di Democrazia Sovrana Popolare. Abbiamo ereditato una terra meravigliosa, questo il suo pensiero, e dobbiamo evitare che i nostri figli non la ereditino. Parimenti proiettato verso la preservazione del nostro patrimonio naturale Massimo Arciulo di SiAmo il quale ha focalizzato l’attenzione sugli interessi che muovono gli speculatori e che mettono esattamente a rischio questo prezioso lascito di Madre Natura alle generazioni future.

Ogni intervento ha avuto il proprio peso nel ricordare che la Sardegna non deve cedere la propria sovranità a chi ne vorrebbe sciupare il patrimonio storico e naturale e ha rimarcato la distanza netta tra i Sardi “avvocati” della propria terra e le offese speculatrici che ne vorrebbero cambiare connotati ed economia. Questo è il sentimento che ha unito tutti i partecipanti alla manifestazione, durante la quale è stato anche esibito il gesto simbolico di regalare carbone alla Presidente della Regione, dichiarata decaduta nei giorni scorsi. Non si sono lasciati sfuggire l’occasione l’associazione Liberanimos di Oristano, i Presidianti de Il Popolo Sardo, il Movimento dei Pastori, Is Pipius no si Tocant, il comitato Gruttes, il CEC – Comitato Ecologico Consapevole e vari Indipendentisti.

Ancora una volta, con determinazione ma garbo si è cercato di veicolare il messaggio che i Sardi tengono alla propria terra, non la barattano, non la cedono, non vogliono cambiarla, né perderla o snaturarla. I Sardi sono decisi a difendere la propria terra madre e DSP sostiene questo importante percorso di salvaguardia storico-culturale, di tutela paesaggistica e di protezione delle vocazioni economiche della Sardegna. Proprio per questo il coordinatore regionale DSP Nicola Sanna ha invitato tutti ad esercitare il proprio diritto di voto quando si verrà chiamati a farlo. Votare significa manifestare la propria sovranità decisionale e noi Sardi sappiamo quanto questa sia essenziale.

 

Un pensiero su “Sardi chiamati ad esser avvocati della propria terra”
  1. Ottimo articolo,
    Ottimo servizio , mi associo volentieri e sentitamente ringrazio .
    Solo con un partito serio, nuovo e non compromesso come DSP , possiamo ancora sperare di sconfiggere questi mostri del potere.
    Alessandro De Curtis

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