di Ingrid Atzei
“Hanno provato a seppellirci, non sapevano che noi eravamo semi” è un profondissimo pensiero del poeta e letterato greco Dinos Christianòpoulos, deceduto nel 2020.
Il distico, da un certo momento in poi, venne utilizzato come motto dalle famiglie messicane che chiedevano chiarezza per i propri familiari scomparsi, noti come desaparecidos, durante attività legate al contrasto alla droga ma ritenute sfruttate dalla criminalità organizzata proprio nel traffico di stupefacenti o per la tratta di organi.
Nell’aprile del 2024, ispirato dalla potenza di questa frase, l’artista italiano Davide Dormino, già noto per l’installazione itinerante in bronzo intitolata Anithing to say?, dedicata a Julian Assange, Edward Snowden e Chelsea Manning, assieme ad alcuni studenti dell’Istituto Artistico Arturo Martini di Savona ha realizzato un’installazione in argilla e semi che, all’interno di una forma quadrata, riporta i versi di Christianòpoulos.
Potete seguire un’esaustiva intervista a Davide Dormino, condotta da Enrica Perucchietti su VisioneTV a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=jM_ELqXGbKo. L’intervista è stata trasmessa il 6 giugno 2024 e in essa l’artista approfondisce l’intimo messaggio delle sue opere.
Tornando al distico di Christianòpoulos, le lettere che compongono l’installazione di Dormino verranno riassorbite dal terreno con il tempo ed i semi, inglobati, custoditi ed alimentati dalla terra e dall’umidità germoglieranno.
Il significato dell’opera, l’universale ciclicità della vita, ci rimanda subito ad altre opere notissime, quelle realizzate dal compianto artista sardo Pinuccio Sciola e note come Semi della pace.
Semi, questi, ricavati dalla pietra; la dura pietra trasformata in simbolo di vita! D’altronde, questo è, in definitiva, un germoglio: il simbolo della vita. E la vita ha bisogno di pace per poter esistere.
Ma, di ‘sti tempi, pare che l’arte vera e profonda sia un linguaggio inintelligibile per chi la vita non vuole che esista. Infatti, partendo dall’amletico Essere o non essere, menti obnubilate dalla follia del potere e del dominio individuano una terza via: Non far essere per essere, ovvero distruggere distruggere distruggere pur di essere in beata, tracotante, allucinata solitudine. Niente di artistico, ovviamente, solo terribile banalità… come ogni male.