di Maria Antonietta Pirrigheddu

Una donna sfortunata.
Cos’altro si può dire di questa creatura, se non che la malasorte le si sta scagliando contro?
Non gliene va bene una, questo è.

  • Nomina il suo capo di gabinetto, e la gente la accusa di malafede perché – casualmente – il nominato è il suo socio (se basta).
  • Non solo, i Sardi continuano a lamentarsi nonostante lei dimostri la sua buona volontà dimettendosi dalla società e piazzando al suo posto il cognato!
  • Poi fa la prima nomina di Giunta, e non si accorge che il prescelto ha una società che si occupa esattamente della materia relativa a quell’assessorato, sfiorando (o centrando appieno) il conflitto d’interessi.
  • Scrive una moratoria e i Sardi si lamentano dicendo che fa acqua da tutte le parti. E, come se non bastasse, gliela impugnano con la scusa che cozza contro un decreto che sfortunatamente non ha visto quando era al Governo.
  • Mentre sta scrivendo in fretta e furia una legge per la Sardegna gliene piazzano un’altra sulla scrivania, firmata addirittura da 211.000 Sardi, e questi ultimi pretendono di essere presi in considerazione anche se sono arrivati dieci giorni dopo di lei.
  • Come se la legge di iniziativa popolare non le avesse già cagionato bastanti problemi, le piazzano contro anche un referendum e lei è costretta a cestinare pure quello, tirandosi addosso altre ire.
  • E poi la Regione fa un po’ di nomine; per sbaglio mette persone incompetenti e senza titoli e se la prendono tutti con lei, come se c’entrasse qualcosa.
  • Vara la sua legge sulle aree idonee, cercando di allinearsi al decreto Draghi, e i Sardi le si rivoltano contro dicendo che fa schifo perché favorisce gli speculatori.
  • A Natale i consiglieri si dividono 22 milioni e mezzo per profonderli ad amici e conoscenti, ad associazioni sconosciute e scuole romane che riportano a Conte, a parrocchie e società di frutta secca, senza alcun criterio di merito o di bisogno, e di nuovo tutti le puntano il dito addosso come se fosse colpa sua.
  • Le scattano una foto con al collo il nastrino di Terna, e la gente la usa per dimostrare chissà quale collusione con la famigerata azienda.
  • Non dorme la notte pensando a come sistemare la Sardegna, e i Sardi la punzecchiano pubblicando i video con le sue dichiarazioni di qualche mese o anno prima, dove le idee le aveva più chiare. Ma non è giusto ricordarglielo perché ogni volta ci rimane male!
  • In ultimo, ma solo per oggi, fa un po’ di pasticci con i rendiconti elettorali, e una commissione regionale la fa decadere. E come se non bastasse, i documenti che magari potevano essere utili in questa triste circostanza sono spariti, forse rubati forse smarriti…

Sicuramente non è tutto qui. Perché le disgrazie non vanno mai sole.
Insomma, se non è malasorte questa, come altro volete chiamarla?

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